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INDIRIZZO:
frazione Piuzzo n. 1
15060 CABELLA LIGURE (AL)
RIFUGIO PINETA
GIRO DELLE 12 FONTANE
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
Dal piazzale di Piuzzo 940 m, seguendo il segnavia 221, ci si dirige ad Est attraverso la vecchia strada comunale per Cosola, si arriva alla prima fontana del Poetto (Funtana Puèttu) 955 m (ore 0,15), una delle due fontane al di sotto dei mille metri. Il percorso prosegue sempre in direzione Est per circa un Km, poi devia a sinistra verso il monte in direzione Nord. Risalendo un pendio boscoso si raggiunge la località denominata Sòusò 1083 m, dove ancora si possono notare le vestigia di un antico Monastero, probabilmente benedettino, risalente all’VIII°-IX° Secolo d.C. Lasciato Sòusò alle spalle, il cammino prosegue verso Est e dopo circa duecento metri si raggiunge la seconda fontana dei Coppai o delle Coppaie (Funtana di Kùpai) 1085 m (ore 0,30). Superata quest’ultima e continuando verso Est si arriva in località Bèrghi, nome derivante da antichi essiccatoi di castagne, chiamati appunto aberghi. Superata la zona nota come la Tana ‘d Bèrghi 1120 m, una profonda voragine formatasi nei secoli a causa di una gigantesca frana staccatasi in località Baiardo, il percorso prosegue verso Nord-Est attraverso un sentiero che travalica il confine ed entra nel territorio di Cosola per portare alla terza fontana, sita in località Cravì di Sotto, che è denominata dell’Arbio o del Curlo (Funtana ‘d l’Orbio) 1180 m (ore 1,15). Si prosegue prima su sentiero e poi su strada vicinale; il percorso ritorna verso Ovest e rientra nuovamente nel territorio di Piuzzo per arrivare alla quarta fontana che è quella della Gure (Funtana da Gure) 1165 m (ore 1,45). Risalendo in quota verso Nord-Est lungo una strada interpoderale, si incontra la quinta fontana denominata degli uccelli (Funtana di Osé) 1275 m (ore 2,00), una sorgente attorniata di boschi formati da querce, cerri, aceri, carpini, frassini, noccioli, ginepri e avornielli che in primavera assumono una lusurreggiante colorazione smeralda con ampie chiazze gialle disegnate dai fiori a grappoli del maggiociondolo.
Proseguendo ancora verso Ovest e percorrendo un sentiero che porta in località Runco ‘d Mengostin siraggiunge la Costa delle Braglie, il cui crinale divide il versante Sud da quello Nord.
Proseguendo in salita lungo la dorsale del monte che delimita il confine tra il territorio di Piuzzo e quello di Cosola, si transita per la Costa della Rivassa e si arriva alla cappelletta della Madonnina del Pascolo 1419 m eretta nel 1948 dalla comunità piuzzese nel punto in cui, agli inizi degli anni 30, ad un abitante del paese, apparve una figura Divina che egli identificò nella Madonna. Dopo una breve discesa si raggiunge la sesta fontana, una delle sorgenti più fredde della Val Borbera, detta del Pascolo (Funtana de Pàskuo) 1408 m (ore 2,45). Dalla fontana si ripercorre per un breve tratto la strada nel bosco e, lasciato sulla destra il sentiero che scende dalla Madonnina del Pascolo, si prosegue a sinistra in salita e, riguadagnando la dorsale, si prosegue su di essa fino a raggiungere la località Ciappetta 1600 m. Il percorso prosegue pianeggiante verso Est lungo un sentiero che attraversa tutto il versante Sud del Monte Ebro sino a raggiungere, nel territorio di Cosola, la settima fontana che è quella denominata Valtorta (Funtana ‘d Val Torta) 1550 m (ore 3,45), la sorgente più alta del giro. Risalendo un pendio attraverso i prati si raggiunge la sommità della dorsale Chiappo-Ebro-Giarolo, (segnavia 200) linea che delimita il confine tra la Val Borbera e la Val Curone, denominata Bocca di Crenna. Sempre risalendo la costa in direzione Ovest si arriva sul Monte Ebro 1700 m (ore 4,30), la cui cima è il punto più alto della provincia di Alessandria.
Lungo la stessa dorsale si raggiunge il Monte Cosfrone 1667 m. Si lascia il segnavia 200 e ci si immette sul 220 che scende lungo il crinale a sinistra in direzione Ovest verso il Monte Roncasso 1530 m sino ad arrivare alla sella che è il punto più basso di questo tratto montuoso. Si devia a destra e, scendendo per circa cento metri sul versante Nord, lato Giarolo, si arriva alla ottava fontana che è quella della Gura (Funtana da Gura) 1460 m di Pobbio (ore 5,15).
Proseguendo su un percorso pianeggiante verso Ovest lungo una strada interpoderale carrabile che scorre tra prati e boschi sul versante Nord del Monte Roncasso 1530 m, si raggiunge la dorsale precedentemente interrotta e, proseguendo per la stessa strada, si giunge al Colle Trappola 1289 m da dove, scendendo lungo il versante Sud del monte, dopo alcuni tornati si incontra la nona fontana denominata della Lubbia (Fontana da Lubbia) 1204 m (ore 6,00). Proseguendo ancora in discesa sino a giungere a poche centinaia di metri dalla Villa alta di Pobbio, raggiungibile in pochissimi minuti, si devia a sinistra in direzione Est e si percorre la strada carrabile pianeggiante che attraversa tutta la selva di Pobbio sino a raggiungere il Rio della Cà e quello del Pascolo; ruscelli, che scendendo, si uniscono e assumono la denominazione di Rio della Liassa.
Superati i due ruscelli si sale a sinistra un centinaio di metri per raggiungere la decima fontana che è quella delle Bordelle (Funtana de Burdèile) 1287 m (ore 6,45) sita nel piano omonimo ove esiste ancora l’unica ghiacciaia o nevaia della Val Borbera, una profonda fossa rotondeggiante con muri in pietra, costruita dagli abitanti di Piuzzo nei secoli scorsi. Dal piano delle Bordelle il percorso riprende in discesa verso Sud-Est lungo una strada sterrata che porta a Piuzzo. Procedendo in tale direzione e superato il Pian del Lago, si lascia la carrabile per imboccare a destra la vecchia strada dell’alpe utilizzata un tempo dal paese di Teo. Continuando in discesa sul versante Nord del monte e sul lato sinistro del rio Liassa, dopo circa un chilometro si raggiunge l’undicesima fontana che è denominata del Lavagé (Funtana du Lavagé) 1113 m (ore 7,05) che si trova nel territorio di Teo. Proseguendo in discesa per circa due chilometri si arriva alla dodicesima fontana che è quella del Tronco (Funtana du Trunko)928 m (ore 7,35) circondata di boschi di castagni. Percorrendo in direzione Sud e poi Sud-Est il sentiero che porta a Runko de Frò si raggiunge Piuzzo. (ore 8,00).
Escursione Piuzzo Monte Ebro e Monte Chiappo
In breve
Difficoltà: E
Punto di partenza: Piuzzo
Dislivello: 760 + 300 circa
Tempi: 3.30 come tempo "normale"
Premessa
L'Ebro è una bella montagna erbosa che domina le valli Borbera e Curone, e coi suoi 1700 m è il punto più alto della Provincia di Alessandria. Il panorama dalla vetta, nelle giornate limpide, spazia dagli appennini alla pianura, e dalle Alpi al mare.
Dall’Ebro si raggiunge in breve, seguendo il crinale, anche la vetta del monte Chiappo, che è punto di incontro di tre regioni (Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna), mentre una quarta (la Liguria) è solo una valle più in là…
- PARTENZA da Piuzzo.
Itinerario
Dalla piazzetta a monte della chiesa di Piuzzo (940 m)(foto 1) si trascura il segnavia biancorosso (sentiero n.221) che va a destra (è l'interessante percorso ad anello delle 12 fontane), per salire invece in pochi metri ad una grande fontana-lavatoio.
Da qui si prende a sinistra in salita una stradina, e ancora dopo pochi metri, svoltando a destra, si incontra una seconda fontana.
Si prosegue diritto, raggiungendo una strada sterrata che si attraversa e, sempre diritto, si continua su una evidente mulattiera, abbastanza ripida, con fondo sassoso, che entrata nella boscaglia diviene per breve tratto un sentiero, prima di incontrare nuovamente la sterrata nei pressi di una costruzione in muratura, poco sotto un colletto (0.15)(1103 m circa). (Volendo, anziché prendere la mulattiera, dal paese si può proseguire sulla sterrata e raggiungere la costruzione ed il colletto con percorso decisamente più lungo ma anche più panoramico).
Dal colletto la sterrata procede verso destra, e da qui in avanti procede a ridosso del costolone boscoso (chiamato prima Costa di Branca, poi Costa delle Braglie, e quindi Costa Rivassa).
Poco dopo il colletto si aprono viste sul paese di Pobbio (altro punto di partenza per salire all'Ebro: vedi escursione) e la dorsale dei monti Cosfrone ed Ebro; in meno di dieci minuti si raggiunge un bivio (1130 m circa): va trascurato il ramo di sinistra, che prosegue in piano, per prendere quello di destra, in salita.
Sempre su un buono sterrato si procede, con un tratto in discesa e poi pianeggiante, fino ad una radura (0.50)(1260 m circa), dove troviamo un altro bivio (foto 2): lo sterrato prosegue a sinistra, in discesa (probabilmente verso Pobbio), mentre noi prendiamo a destra (verso est) la mulattiera che sale e in breve raggiunge la malga di Costa Rivazza (0.55)(segno bianco-rosso, e palina in legno che indica la Fontana de Burdella e la quota, 1287 m). La malga consiste in un grosso rudere e una costruzione più piccola.
Si attraversa un bel pratone, seguendo uno sterrato che scende a sinistra (è da trascurare invece lo sterrato che sale sulla destra tra gli alberi), e in pochi minuti si passano due rii. Da qui lo sterrato continua a salire in una bella faggeta con percorso ad ampi tornanti; arrivati quasi alla fine del bosco occorre abbandonare lo sterrato quando si incontra (1.20)(1460 m circa) una mulattiera (nei pressi, piccolo ometto di pietre) che sale sulla destra (est) a raggiungere il crinale; anche lo sterrato, probabilmente, proseguendo arriva sul crinale, ma molto molto più in basso.
Lasciato quindi lo sterrato si sale allo scoperto, verso est, lungo una traccia che taglia per ripidi prati, all'inizio non proprio evidentissima, anche se si può intuire la prima parte del percorso (foto 3): con un zig-zag raggiunge un piccolo pianoro (usato da mucche al pascolo), da qui piega a sinistra, e poi a destra fino ad un colletto. Da questo punto pianeggiante è ben individuabile e vicino (foto 4) il punto di arrivo sul crinale erboso, e anche il percorso segue un evidente solco ed è quindi più facile da seguire.
Ma prima di muoversi da questo pianoro e raggiungere il crinale occorre sapere che pochi metri a destra (grosso modo a est) passa il sentiero 221 (segnavia bianco-rosso) che, con percorso assai più lungo, viene anch’esso da Piuzzo, e che dal punto in cui ora ci troviamo prosegue verso est tagliando in costa le pendici meridionali del monte Ebro fino alla Bocca di Crenna: proprio questa, se si vuole, può essere un’interessante variante al ritorno.
Memorizzato il punto dove, in un modo o nell’altro, dovremo tornare, saliamo verso l’intaglio e raggiungiamo finalmente il crinale (0.25 dallo sterrato, 1.45 d Piuzzo)(1655 m circa).
Ci troviamo tra il monte Cosfrone e l'Ebro, sulla mulattiera di crinale che risale dal Colle Trappola fino all'Ebro. Su questo tratto di mulattiera (fino in vetta all'Ebro, ma anche oltre, per tutto il percorso dall'Ebro al Chiappo) è stata impiantata una recinzione per animali, sui cui pali si vedono di tanto in tanto i segnavie bianco-rossi; è utile da sapere (per un eventuale ritorno da questa parte) che il nostro sentierino sbuca sul crinale proprio nei pressi di un segnavia bianco-rosso che riporta scritto il n.200 (è uno dei pochi segnavie a riportare il numero del sentiero).
Raggiunto dunque il crinale (foto 5) si va a destra, salendo verso la visibile croce dell'Ebro, e si raggiunge in breve la vetta (1.55) (1700 m)(foto 6).
Dalla vetta (1700 m)(croce e cippo) il panorama è assai vasto ed interessante. Verso est/sud est, tra i monti più importanti e vicini spiccano, dietro Chiappo, Cavalmurone e Legnà in primo piano, i monti Lesima, Alfeo e, più a sud, l’Antola. Si è proprio sopra la parte terminale della Val Borbera, con la strada per le Capanne di Cosola.
Alle spalle dell'Ebro (NO) si vedono invece le pendici boscose del vicino Giarolo, e a N si apre dinnanzi la Val Curone.
Verso ovest la Val Borbera, con uno spicchio più o meno ampio della pianura alessandrina e, a seconda della visibilità e della luce, le lontane Alpi.
Per il monte Chiappo si prosegue lungo il crinale, sempre avendo la brava recinzione alla nostra sinistra (foto 7), scendendo per un ripido pendio fino alla Bocca di Crenna (2.10)(1553 m)(foto 8). Qui si incontra una palina in legno e una sterrata che viene dalla val Curone. Purtroppo si sono persi 150 m di quota, che dobbiamo adesso risalire, sempre lungo il crinale, fino alla vetta del Chiappo (2.40)(1699 m). Poco prima della vetta confluisce nella nostra mulattiera anche il sentiero che sale da Capanne di Cosola.
Nei pressi della vetta del Chiappo, sormontata da una statua di San Giuseppe (foto 9), c'è un rifugio (foto 10) e anche l'arrivo della seggiovia dal sottostante Pian del Poggio.
Il monte Chiappo offre una bella vista sul vicino Lesima e il passo del Giovà, nonché sulla valle Staffora. Un pannello in legno nei pressi segnala anche che la vetta è sull'itinerario della Via del Sale, che collega Varzi (provincia di Pavia) a Sori (provincia di Genova)( leggi qui l’itinerario) seguendo tutta la dorsale fino all'Antola, di qui ben visibile (foto 11). Spicca anche l'elegante Alfeo (foto 12), il cui versante nord è davvero imponente.
Ritorno
Si ripercorre la stessa strada dell'andata (io ho impiegato 2 ore).
Come detto è però possibile un’interessante variante: alla Bocca di Crenna, anziché risalire sull’Ebro e da qui ritornare sulla traccia dell’andata, si può seguire un sentiero segnato (segno bianco-rosso; è il n.221, anche se non c’è scritto) che stacca sulla sinistra (direzione: sud-ovest), poco dopo la palina della Bocca di Crenna; con percorso quasi pianeggiante, superata una bella fontana, questo sentiero taglia le pendici meridionali dell'Ebro e vi riporta al pianoro sotto l’intaglio (di cui abbiamo parlato all’andata). Occhio che a questo punto occorre abbandonare il sentiero segnato per riprendere la traccia che scende allo sterrato; se non lo fate, e continuate a scendere sul sentiero n.221, niente paura: tornate comunque a Piuzzo, ma con un percorso molto più lungo e arzigogolato (è descritto nell’itinerario delle 12 fontane).
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